Tatuaggi: un trend in continua diffusione
Tatuaggi: un trend in continua diffusione
I risultati del sondaggio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità parlano chiaro: solo in Italia vi sono circa 7 milioni di tatuati. Si tratta del 13% della popolazione a partire dai 12 anni. L’Istat ha inserito tra le sue voci anche la parola “tatuaggio”. Solo in Italia la richiesta è aumentata del 60%. L’indagine, effettuata in collaborazione con l’IPR marketing, ha preso in esami circa 8.000 persone.
Il ruolo delle celebrities nella diffusione dei tatuaggi
A essere interessati da questa moda non sono più piccoli gruppi che utilizzano i tatuaggi come simbolo di appartenenza. Al giorno d’oggi decorano la propria pelle persone di qualsiasi estrazione sociale, religione, credo politico, sesso ed età.
Un ruolo fondamentale è svolto, come dimostrato da numerosi sondaggi, dai cosiddetti “influencers”. Con questo termine indichiamo cantanti, attori, modelli, personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport, in grado di influenzare il pubblico. I mezzi utilizzati sono social networks, blog e siti internet.
David Beckham, Rihanna, Cara Delevingne, Lady Gaga, Angelina Jolie, le italiane Chiara Biasi e Chiara Ferragni sono solo alcune tra le celebrities che mostrano con orgoglio i propri tatuaggi. Il pubblico prende spunto e utilizza i tattoo come uno strumento per esprimere la propria personalità e il proprio gusto.
Perché ci tatuiamo?
I tatuaggi non rappresentano solo un mezzo decorativo. L’ONDICO, Organismo Notificato Dispositivi e Cosmetici dell’Istituto Superiore di Sanità, ha condotto un’indagine allo scopo di comprendere quali siano le ragioni dei tatuaggi degli italiani.
Del 13% di persone con tatuaggi, la stragrande maggioranza lo fa per ragioni decorative, lo 0,5% ha effettuato un tatuaggio con finalità mediche, e il 3% per finalità estetiche. Parliamo, in quest’ultimo caso, del cosiddetto trucco permanente.
Chi si tatua?
I dati mostrano che le donne sono più tatuate rispetto agli uomini. Le prime prediligono tatuaggi su schiena, caviglie e piedi, mentre gli uomini braccia, gambe e spalle.
Generalmente, si realizza il primo tatuaggio intorno ai 25 anni, tuttavia la fascia più interessata dal fenomeno comprende persone tra i 35 e i 44 anni.
Il 92,2% degli intervistati ha dichiarato di essere soddisfatto del proprio tatuaggio.
Il 25,1% dei tatuati risiede nel Nord Italia, più del 30% è laureato e più del 60% lavora.
I tatuaggi più in voga
Il mondo dei tattoo è ricco di possibilità e di sfaccettature. Vi sono tuttavia degli elementi evergreen, degli stili immortali capaci di adattarsi a tempi e luoghi assumendo significati moderni e misteriosi.
Recentemente sempre più persone scelgono scritte e citazioni da canzoni, film o libri. Tra gli amanti dell’inchiostro, che preferiscono dei soggetti più importanti, si prediligono lo stile realistico, ritratto del mondo in cui viviamo, quello giapponese, con i suoi colori sgargianti e i suoi significati profondi e nascosti, i tatuaggi appartenenti alla vecchia scuola, il cosiddetto stile old school, e molti altri.
I tatuaggi medici
Quando parliamo di tatuaggi medici, come abbiamo già accennato, facciamo riferimento in particolare al mondo del trucco permanente. Questa tecnica permette a persone allergiche al trucco convenzionale di danare ordine al proprio viso.
Anche pazienti oncologici che, a causa delle terapie, perdono capelli e sopracciglia, possono servirsi del tatuaggio per sopperire al disagio estetico e psicologico vissuto.
Diversi soggetti ricorrono ai tatuaggi con finalità medica al fine di coprire alcune condizioni e patologie che affliggono la cute. Il tatuaggio può rappresentare un complemento agli interventi chirurgici ricostruttivi.
Un altro trattamento che accompagna il mondo medico è la tricopigmentazione, tecnica utilizzata come alternativa o sostitutiva al trapianto di capelli follicolare.
La scelta del centro cui rivolgersi
Ben il 13,4% degli intervistati ha dichiarato di essersi sottoposto a un tatuaggio al di fuori di centri autorizzati. È bene non sottovalutare i rischi.
È bene assicurarsi che il centro cui ci si rivolge rispetti le norme igienico-sanitarie vigenti, al fine di tutelare la salute del cliente e del professionista.