Tattoo Italia Ottobre 2010

Tattoo Italia Ottobre 2010

Tattoo Italia Ottobre 2010 – Claudio Pittan Intervista

TR:
Ciao Claudio, un grande ritorno lo scorso maggio alla convention di Roma.Come mai la scelta di riprendere le convention ora?

Claudio:
E’ passato un pò di tempo dalle ultime a cui ho partecipato e penso che il contatto diretto con il mondo del tatuaggio, appunto conv. mostre etc rende più vitali e pronti a mettersi in discussione e rinnovarsi e poi cerco di procurarmi nuovi clienti!!

TR:
proprio a Roma hai realizz. un tatuaggio che hai intitolato”L’ inferno Buddista” Perchè proprio un tema così ampio e complesso?

Claudio:
Ho voluto richiamare l’attenzione sul tatuaggio giapponese, il mio stile preferito,esso rappresenta dei simboli di grande valore spirituale e penso che molte persone stiano cercando di dare un senso più profondo e più grande alla loro vita,
Con questi simboli possiamo creare sul nostro corpo una meravigliosa scenografia che ci ispirerà quando dovremo rappresentare gli atti di quella grande opera teatrale che è la nostra vita.

Claudio:
Se ti interessa vorrei parlare brevemente di come mi sono avvicinato a questo stile.

TR:
dicci pure!

Claudio:
Ho sempre amato l’arte fin da piccolo, ma l’arte orientale mi ha sempre attratto in modo particolare. Mi piacevano le sue immagini misteriose..

TR:
sono effettivamente misteriose ed affascinanti..

Claudio:
Quando ho iniziato a tatuare(Metà anni ottanta) ho scoperto chel’arte giapponese aveva una grande importanza nella cultura del tatuaggioe volevo saperne di più a riguardo ma era molto difficile per mancanza d’informazioni a quell’epoca.

TR:
effettivamente all’epoca circolavano solo due o tre libri fotografici sull’argomento e alcuni riportavano informazioni sbagliate!

Claudio:
Infatti! così decisi che dovevo andare ad abbeverarmi alla fonte e avrei saputo la verità!
Ho incontrato Horiyoshi 3 nel 1994alla convention di Amsterdam e gli ho detto che volevo farmi tatuare la shiena da lui, mi ha risposto dicendomi di andare in giappone quando volevo e lui mi avrebbe tatuato.

TR:
un bel viaggio!

Claudio:
Sono tornato a casa, ho raccolto tutti i soldi che avevo, ho fatto una telefonata a Yokohama:” Maestro” gli ho detto, “voglio la mia schiena tatuata da te!”; e lui mi ha risposto di andare quando volevo.
Allora sono andato in Giappone con la mia fidanzata di allora,Betty, e ho vissuto a Yokohama per due mesi.per tatuarmi tutta la schiena.
Il soggetto è Kannon ,la dea Bhuddista della compassione che salva le persone dalla sofferenza.
Normalmente, mi disse Horiyoshi, tatuare la schiena richiede un anno, ovviamente non potevo rimanere lì per così tanto tempo egli chiesi di tatuarmi più velocemente che poteva,
Non sapevo a cosa andavo incontro! le sedute che mi faceva erano ravvicinate, ogni due o tre giorni, così alla fine mi tatuava sulla pelle tatuata pochi giorni prima o che stava ancora guarendo!

TR:
non ci posso credere! la schiena è di per sè una delle parti del corpo più dolorosa da farsi tatuare, non immagino che dolore sia rilavorarci sopra mentre è già infiammata da una precedente sessione di tatuaggio!

Claudio:
Posso dirti che il male me lo ricordo ancora adesso!! Ma per passione si fanno anche questi sacrifici, Non raggiunsi però il mio scopo..

TR:
Cosa vuoi dire?

Claudio:
Mi feci tatuare la schiena e imparai molto dal modo di lavorare del Maestro, ma quando gli dissi che avrei voluto diventare un tatuatore Giapponese tradizionale mi rispose.:
” E’ veramente molto difficile,(anni dopo seppi che è il modo giapponese di dire no) perchè per prima cosa dovresti conoscere e imparare la mitologia e le leggende del Giappone, così come dovresti conoscere tuttti i racconti popolari e le filosofie ed immagini religiose.
Non ultima dovresti conoscere la nostra arte e i suoi principali esponenti e i loro stili.”
Praticamente mi stava dicendo che uno stranierio avrebbero dovuto conoscere profondamente l’arte e la cultura giapponese prima, e dopo eventualmente potrebbe avere la possibilità di fare l’apprendistato presso un maestro del tatuaggio, imparando le tecniche e regole della tradizione del tatuaggio.

TR:
Un percorso lungo una vita!

Claudio:
Forse due! allora a malincuore continuai la mia strada di tatuatore occidentale, ma l’attrazione nei confronti dell’arte del tatuaggio giapponese era troppo forte così ricordandomi i consigli del maestro ho incominciato a copiare i soggetti di tutti i tatuaggi chiedevo sui libri di foto dei maestri giapponesi.
Però mi sentivo limitato e ignorante perchè in realtà non sapevo il significato di quello che stavo rappresentando.

TR:
praticamente facevi un”copia-incolla”

Claudio:
Sì ma non mi dava soddisfazione ,quindi iniziai a studiare la loro arte, tradizione, storia e religione per avere più informazioni e opzioni artistiche.

TR:
Penso sia importante che i tuoi clienti sappiano che conosci il significato del loro tatuaggio.

Claudio:
Sì ad esempio l’ immagine di un samurai non deve essere la banale immagine di un guerriero qualunque ma ad esempio può rappresentare uno dei “47 Ronin”.

TR:
Li ho già sentiti nominare chi sono?

Claudio:
E’ una storia vera accaduta nel1702 a Edo(l’anticaTokio) i 47 diedero la loro vita per vendicare il loro Daimyo ucciso con il tradimento da un potente nobile signore.
Il capo dei 47 finse, dopo il fatto, per un anno di essere impazzito e dedito all’alcolismo e abbandonò veramente la sua famiglia e i suoi samurai per confondere il nemico, tanto da venire disprezzato pubblicamente, sua figlia si disonorò al punto di diventare serva di quel nobile signore che aveva ucciso vigliaccamente il loro Principe, disprezzato da tutti allora a quel punto il loro capo raccolse segretamente chi gli era ancora fedele e con l’aiuto della figlia penetrò nel castello del traditore uccidendo tutto il corpo di guardia , e finalmente giustiziando l’infame.
I Ronin erano tutti comunque già consapevoli che sarebbero stati arrestati e uccisi

TR:
perchè un Samurai non scappa di fronte alla giustizia dell’imperatore!

Claudio:
Certo! Le autorità non potevano lasciare vivere chi si era fatto giustizia da solo, ma i Ronin furono trattati da eroi, i governanti costruirono un santuario per onorare le loro tombe e lasciarono vivo il più giovane di loro perchè potesse raccontare ai pellegrini la loro storia dalla sua viva voce!

TR:
mi fa venire i brividi..

Claudio:
Non sono tutte così tagiche le loro storie!

TR:
Per fortuna.

Claudio:
Tante simbologie sono positive: C’è la carpa che risale la cascata per diventare drago, la moglie dello shogun e il samurai che la protegge, i Tengu che insegnarono ai giapp le arti marziali..molte belle leggende

Claudio:
Io penso che se dietro al tatuaggio c’è una storia questa sia da conoscere e .se no si rischia di mescolare significati e simbologia senza sapere cosa si sta facendo

Se non conosco qualcosa preferisco non tatuarla per rispetto dei maestri che hanno duramente studiato la tradizione del tatuaggio giapponese.

TR:
cambiando discorso, come è cambiata milano e la tua clientela nel corso degli anni?

Claudio:
Quando ho iniziato eravamo in 5 a tatuare! Fercioni e Mino Spadacini,poi i giovani che eravamo io, Gigi(Brusaferri) e Daniele(Carlotti) poi ne sono seguiti subito altri e poi molti altri..i clienti aumentavano e avevano le richieste più assurde, ad esempio per tre anni di seguito venne da me una coppia di distinti signori di cui la signora, che chiamerò Silvia,voleva che tatuassi il suo nome sulla parte più intima del suo partner, io mi rifiutavo e questo si riempiva di nomi della sua signora: Silvia,Silvia,Silvia!

TR:
Dei maniaci!

Claudio:
Ora sono molto di più gli appassionati che scelgono di tatuarsi ampiamente con uno stile solo, come il giapponese ad esempio,poi si informano sul tatuatore che preferiscono e si affidano a lui facendo ciò che gli consiglia

TR:
come mai l’idea di fare dei corsi di tatuaggio e come ti sembra la preparazione dei tatuatori di oggi?

Claudio:
Oggi molti tatuatori che hanno una breve esperienza lavorativa sono però ben preparati nella tecnica e nel disegno a differenza di quando ho iniziato io dove era difficile trovare il materiale per tatuare(no riviste,no internet!)
Parlando dei corsi in realtà faccio dei “master” molto brevi e tecnici dove chi già sa tatuare può conoscere qualche trucchetto di più.magari sui big magnum o sul colore..

TR:
sono corsi per professionisti?

Claudio:
ma diciamo di sì, e poi ci tengo a dire che non faccio il corso:” impara-a-tatuare- in-dieci-lezioni”
in realtà quelle sono delle fregature perchè ci vogliono almeno cinque anni di intenso apprendistato per avere un minimo di padronanza del mestiere.

TR:
non molti hanno voglia di impegnarsi per così tanto tempo,

Claudio:
Già così ora iniziano a lucrare sul tatuaggio dei personaggi loschi che di tatuaggi non ne sanno niente e si aprofittano di questi ragazzi e ragazze che hanno fretta di imparare.

TR:
la fretta è cattiva consigliera..

Claudio:
Pensa che Gianmaurizio (Fercioni) scherzando mi diceva che negli anni’ 50 e ’60 il mondo del tatuaggio era così impenetrabile che per imparare a tatuare bisognava sposare la figlia di un tatuatore (magari una racchia!) sperando di ereditare dal padre le informazioni sul tatuaggio tenute segrete per generazioni

TR:
Questo sì che era un matrimonio per Amore!

Claudio:
Amore per il tatuaggio naturalmente ! Mi piace molto ascoltare queste vecchie storie sul tatuaggio, insegnano molto sulla vita vissuta veramente da chi ci ha preceduto, e poi ho un pò paura che si perdano..

TR:
come le storie dei pellerossa che non sono mai state scritte e se nessuno le racconta si perdono..

Claudio:
Sì e spero che non finiremo in una riserva anche noi tatuatori.

TR:
dovranno farne una bella grande allora!
E tornando alle convention a quali parteciperai nel futuro?

Claudio:
per ora vorrei girare un pò in italia, sono stato invitato a quella di torino e mi sono prenotato a Firenze, ovviamente cercherò di partecipare a quella di Milano e poi non so ancora..

TR:
ultima domanda: Cosa hai imparato di nuovo alla conv di Roma dopo quasi trent’anni di lavoro?

Claudio:
Bella domanda, e la risposta non è una novità: imparo qualcosa da ogni persona che incontro. E a Roma ne ho incontrate tante!

No Comments

Post a Comment